ACROSTICO (Cĥiara)Che hai del buono attornoHai del semplice il saporeIn nuvole fragrantiAncora muovi veli al maleRiapri sofferte vie ammalorateAmuleto di chicche d'allegria.
Ancora stiamo qui tra porte chiuse
Lasciando il dove libero per altri:
Esempi di fughe ormai lontane.
Sapranno portare dentro qualcosa:
Seme/parola che ancora ristori
Anime stanche in un amen disperse?
Noi che qui abbiamo storie pesanti
Di quelle che torcono il fondo dentro
Rabberciato alla meglio...
Improvviso s'arrossa in fondo il cielo
Avvisaglie d'un forse temporale
Per sanare qui intime siccità:
La parola dispersa del narrare
La più immediata che mi salta in mente.
Dita adunche d'un dio parallelo
Sembra là l'accorpo delle nuvole
A condurre qui speranze di piogge
Per il gran secco giù di gole ed animi
Poi verrà l'acqua purificale
Anche le rane gracchieranno il loro amen.
Dopo tanto costruire
la bandiera in cima
al quasi tetto della casa
nuova, parole del nonno,
viene su da dentro forte
la voglia di rompere
poco m'importa se la ...
E sì ci son mancati i nevicari
di quelli grandi teneri e lombardi
e ora per scelta lascio
i lontani freschi prati di marzo
da tempo chiuso naso alla finestra
spio di sotto il crescere forte
del dolce roseo della magnolia
lì nello stento della piazza vecchia
ed a quel fiore immaturo...
Mani di scomparse divinità
stanno li a proporre strette
agganci per storie disperse
e mi lascio attrarre da quelle Insidie
e penetro me stesso per cunicoli d'angoscia
in cerca di unir freguglie
dico minuti frantumi
per uscire dalle depressioni
che tutti ci siamo fatti dentro e dintorno.