ADVENTURE GAME

Bucco, dopo tanto camminare, giunse nei pressi del Sito Della Conservazione Delle Storie.
Questo è luogo che può essere raggiunto attraverso innumerevoli itinerari, meglio sarebbe dire infiniti. Una sorta di adventure game in cui la lunghezza del percorso, il numero degli ostacoli e le difficoltà nel  superarli o nell'aggirarli dipendono solo dal giocatore. Anche se si scegliesse un percorso breve e pur disseminando rari ostacoli, che arrecassero minime cure nel superarli o nell'aggirarli, non sempre si renderebbe possibile il suo raggiungimento.
Molti abbandonano il percorso a metà o ancora prima, altri preferiscono non affrontare il viaggio, altri trascurano, semplicemente, la possibilità del suo esistere.
Bucco, quando giunse nei  pressi del Sito Della Conservazione Delle Storie, si era messo alle spalle un viaggio di quasi cinquant’'anni, quasi si fosse divertito ad allungare la strada e a porsi ostacoli a volte apparentemente insuperabili.
Nel suo viaggio aveva avuto modo d'incontrare personaggi del tutto improbabili, tuttavia di certo esistenti. Bucco, nonostante fossero passati poco meno di quarant'anni dalla sua decisione di intraprendere il viaggio, si ricordava ancora benissimo il primo personaggio incontrato: La Ragazza Dalla Treccia Verde e dai seni minuti che gli parlò di un mozzo salpato per chissà dove dopo averla avuta per tre lune. Su tutti si ricordava dell'Uomo Dal Segno in Faccia, che in un ampio sterrato all'interno d'un torrione si muoveva sul confine tra il dolore e l'allegria. Bucco provò grande tenerezza nel rammentare la figuretta esile dell'Adolescente Bionda e soprattutto si sentì una stretta forte al petto nel ricordare la Donna Che Aveva E Dava Febbre.
Bucco, durante il suo viaggio si era sempre preoccupato di avere due bisacce in spalla: in una raccoglieva e conservava frammenti di idee di dolore, nell'altra raccoglieva e conservava frammenti di idee di allegria.
Bucco. dunque, dopo tanto camminare, giunse nei pressi del Sito Della Conservazione Delle Storie con le due bisacce colme di frammenti e idee di dolore e di allegria.
Il Sito Della Conservazione Delle Storie si presentava a vederlo da lontano in svariati modi.
Ad alcuni si presentava come un castello più o meno di foggia medioevale con le sue torri e i suoi archi in legni colorati, un'enorme costruzione di quelle che, di dimensioni assai più ridotte, s'alzarono traballanti sui tavoli di numerosissime infanzie.
A taluni come immenso palazzo, uno di quei palazzi buoni a ospitare ospedali: lì le storie, una volta separate dai legittimi proprietari, forse sarebbero finite per essere conservate in stanze sotterranee collegate da lunghissimi corridoi e stretti passaggi, sotterra sotto gli  stanzini per le analisi, sotto i laboratori, sotto.
Ad altri ancora poteva sembrare, a prima vista, uno di quei palazzotti soliti a ospitare biblioteche civiche, lo spazio per la  Conservazione Delle Storie non altro che scaffali con migliaia e migliaia di voluminosi pacchi differenziati da legacci di diverso colore.
Bucco non vide nulla di tutto ciò e s'accorse d'essere giunto nei pressi  del Sito Della Conservazione Delle Storie più per sensazioni olfattive che visive.
Il suo naso, che tutti davano per spacciato per via del suo essere stato un inguaribile tabagista, all'improvviso si ricordò d'essere naso per ogni odore o profumo.
Bucco fu invaso da odori e profumi tra loro discordanti, all'improvviso. Dall'odore della varichina della nonna al paese, dal profumo del loglio sugli argini dell'adolescenza, dall'odore dello zolfo d'uno sparo, dall'impalpabile profumo azzurro monopolio del fumo, dall'odore del far sesso, dal profumo dolciastro della carne nuova nel suo diventare padre.