LELlO CERAVOLO LEGGE "STANZE DI FUMO"
STANZE DI FUMO
I
Dei segni che ostinato lascio
del qui che son passato
il più flebile è il fumo:
impalpabile azzurro monopolio.
II
Aspiro, cammino, rilascio
il sugo del più anonimo tabacco:
più del contenuto, la sostanza
è la forma di ciò che all'aria rendo.
III
Nello sbirolo dei morbidi anelli,
un alzarsi di voli alle spalle,
stanno, forse, itelleggibili segni
pronti allo sparpaglio nel dileguo.
IV
In assenza di vento, attraverso
il fumo bianco appena emesso,
mi perdo per antiche bambagie:
mi succhio suoni d'infanzia beata.
V
Là, in una corte sui Navigli,
con la vecchia sciamana il tabacco,
sul ruvido del sasso, ho spartito:
domestici sensi, tolto ogni filtro.
VI
Steso negli umori della terra,
appeso al fumo del mio respiro,
disegno le vie dell'infinito
finché la sigaretta brucia il dito.
VII
Tra canne lungo la Pescia-zanzare
si fumava senza filtro allo spillo:
la trasgressione puzzava di piedi,
la libertà era dolce emicrania.
(2000 - inedita)