SOGLIE

Il primo testo tutto "mio" è stato Soglie publicato nel 2002 da Comedit 2000 con prefazione di Pierluigi Guardigli. Il volumetto contiene un poemetto "Camminarsi con il ricordo addosso" e la silloge "L'impuntualità del gabbiano".

Ecco cosa scrisse il Corriere della Sera:

Note poetiche a pie' di pagina di Franco Manzoni

Vita quale fagile fotografia e cocktail di presente e ricordi, nel continuo collettivo disagio di esistere. Quasi in punta di piedi, Adelio Rigamonti svela al lettore come la poesia possa costituire uno strumento di conoscenza del reale nel volume S oglie, costituito da due sillogi di forte impatto emotivo. In Camminarsi con il ricordo addosso l' autore trasforma l' apparato critico, le note a pie' di pagina, in scrittura poetica autonoma: una ricerca linguistica e un' astuta provocazione appunt o alle soglie del testo. Ne L' impuntualità del cigno, invece, mescola abilmente miti e ritmi classici a luoghi e parole di un quotidiano instabile. Franco Manzoni ADELIO RIGAMONTI Soglie Edizioni Comedit 2000 Pagine 64, euro 10

Sulla rivista on line Literary apparve invece la seguente recensione anonima:

Camminarsi con il ricordo addosso” è il titolo della prima silloge che contralta e s-confina con le sue “note” in altri testi, solo apparentemente indipendenti. Essi, infatti, si prestano a una lettura in parallelo con il testo principale del quale finiscono per essere parte integrante. Si tratta, complessivamente, di una “narrazione” omodiegetica, in cui il nostro poeta s’identifica con le figure del narratore e del personaggio. Nell’extratesto il suo io narrante somiglia a una voce “fuori campo” che mantenendosi sulle “soglie” del testo, ne riprende, spesso anaforicamente, le “battute” sviluppando un pensiero che non è mai accessorio ma essenziale nella sua ricerca del dettaglio, nell’espressione delle emozioni, nelle sue figurazioni e chiarificazioni. Un pensiero fortemente evocativo e rammemorante, a tratti epifanico, che sale ad incontrare il testo abbandonandosi, lasciandosi andare (“Camminarsi”), a ridosso di esso, al ricordo. La memoria, già presente nel testo, si prolunga nell’extratesto arricchendosi di immagini, di visioni, di barlumi, di flashback che ricordano certe sequenze filmiche e che tanto somigliano alle intermittances proustiane.

Con un procedimento anaforico e associativo, i ricordi affiorano alle “soglie” della coscienza attraverso le parole del testo che diventa così il luogo delle rivelazioni, familiari e necessarie per un cammino più vigile, per in-camminarsi, attraverso il passato, verso una meta più puntuale rispetto a quella che lascia intravedere “L’impuntualità del cigno”:la seconda silloge, ma più antica.