TEATRO DELLA COOPERATIVA/COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA

02.03.2018 17:23

Coppia aperta, quasi spalancata | Teatro nei cortili

Si inizia con un tentativo di suicidio di lei, si chiude con il suicidio di lui, abbrustolito come una salamella e presumibilmente buttato nel cassonetto dell’umido. In mezzo un’infilera di battute che obbligano alla risata.                  Il testo “Coppia aperta, quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame scritto  nel 1982 è ancora attuale anche perché  negli ultimi anni le forze reazionarie hanno cercato di minare alla base i grandi mutamenti culturali e le conquiste civili ottenute. Vogliamo dimenticarci di  Salvini, Del Debbio e dei fascisti di Casa Pound?

Il testo è ancora attuale anche per la revisione profonda che  è stata fatta per l’allestimento andato in scena al Teatro della Cooperativa sabato scorso, nell’ambito dell’iniziativa “Teatro nei cortili” (la consistente minaccia d’acquazzoni  ha sconsigliato la messa in scena in un cortile di  via Val di Ledro). La notevole operazione di restyling la si vede subito dalla scenografia allestita da Carlo Sala: accanto a un tinello medio borghese Anni 70/80 vi sono tapis roulant, cyclette e altri attrezzi tipici di una palestra dei giorni nostri. Attrezzi che, quasi subliminalmente,  suggeriscono anche uno sforzo fisico o meglio un dispendio di energie fisiche nel ricostruire un rapporto fatto di sofferenze e insofferenze.

Il testo contestualizzato nel presente (forse un poco troppo insistita, in un gran cammeo di Alessandra Faiella, la parodia dei giovani anglofoni) offre allo spettatore un finale radicalmente mutato: rimane il fisico, professore  alla Normale di Pisa, dirigente a Ispra, compositore e cantante (nell’originale rockettaro ora rappista) e rimane anche il vezzeggiativo di Eurenia, con cui il fisico chiama Antonia. Ma… meglio lasciare un poco di sorpresa al pubblico futuro.

In scena una smagliante Alessandra Faiella ottimamente supportata da Valerio Bongiorno nel ruolo di marito e spalla. Alessandra si misura in caratterizzazioni irresistibili in cui mostra un grande equilibrio tra mestiere e genialità. Valerio Bongiorno esalta la propria storia attoriale maturata nella Filarmonica Clown dando saggi esilaranti di mimica soprattutto facciale. Entrambi accortamente e coerentemente con la loro professionalità lontani dai modelli Fo e Rame. Bravi.

Pubblico entusiasta, in alcuni casi forse eccessivamente entusiasta da infastidire attori e pubblico.

Adelio Rigamonti