TEATRO DELLA COOPERATIVA/AMLETO AVVISATO, MEZZO SALVATO

02.03.2018 09:28

Amleto avvisato mezzo salvato

 

Dopo oltre cinque anni la Filarmonica Clown  ripresenta a Milano al Teatro della Cooperativa uno dei suoi più riusciti spettacoli “Amleto avvisato mezzo salvato” per la regia lieve di Renato Sarti.

L’idea che sottende tutto lo spettacolo è tuttora fresca e genuinamente comica nonostante siano trascorsi più di quindici anni dal debutto. La trama è facilmente riassumibile: per evitare che Amleto compia la sua vendetta, con l’eliminazione di tutti i personaggi della tragedia lui compreso, lo spettro del buffone di corte, Yorick, convince due becchini-saltimbanchi ad allestire uno spettacolo che dovrebbe convincere il principe a scendere a più miti consigli...

Un divertente e ironico Amleto senza il giovane Amleto.

Testo leggero ma appropriato a esaltare l’espressività clownesca dei tre tra farsa, pantomima e qualche barlume di cabaret. Due becchini/clown (Valerio Bongiorno e Piero Lenardon) sono impegnati a riesumar cadaveri per far posto al re, padre di Amleto, appena accoppato. In cinque battute i due narrano le soavi tragedie del gran marcio del regno danese, lo fanno tra bicchieri di vino in una lingua che è un mix di dialetti di timbro vagamente medioevale che può rimandare farsescamente  a bozzetti del sottoproletariato agrario di quell’epoca. Ai due si unisce ben presto il fantasma di Yorick, defunto buffone del re in arrivo al campo santo. Nelle vesti dell’ex buffone di corte, in un lungo camicione bianco vi un Carlo Rossi decisamente in palla che piazza nel mezzo dello spettacolo con la complicità rispettivamente di Lenardon e poi di Bongiorno due irresistibili cammei comici. Nel primo in un divertentissimo e spassoso gioco mimico cerca di spiegare al becchino di turno con uno strampalato linguaggio dei segni quanto sta accadendo alla reggia e tutto ciò prosegue fino al rientro dell’altro becchino che ha trovato un altrettanto strampalato testo da cantare per rendere la parola a Yorik. Il secondo cammeo è l’incontro inconcludente tra Yorick e il re appena accoppato, quest’ultimo ha molti morfemi mancanti nel proprio linguaggio per cui ne scaturisce un dialogo buffo e quasi incomprensibile, nonostante ciò il re chiede al suo vecchio buffone di scrivergli il discorso che pronuncerà come fantasma ai sudditi. Uscito il re, Yorick stende, con la complicità del pubblico, un discorso che tiene conto di tutte le mancanze fonetiche del re.

Il secondo tempo delle spettacolo è praticamente tutto dedicato alle improbabili prove dello spettacolo che dovrebbe avvisare Amleto della tragedia incombente. Yorick è il regista e drammaturgo di due scriteriati guitti che bisticciano continuamente rivendicando ruoli e parti a loro più congeniali. In questa parte, diciamo teatrale, emergono molti elementi delle vecchie farse del teatro dell’arte con qualche visibile sconfinamento nelle pantomime circensi. I tre con il riconosciuto grande mestiere che hanno costituito in molti anni di lavoro assieme riescono a dissimulare abilmente alcuni brevi momenti in cui la ruggine accumulata negli anni di non rappresentazione del testo lievemente affiora.

La farsa ammonimento di Yorick ovviamente non funziona tutto funzionerà come scritto da Shakespeare, ma fuori di qui, in altri luoghi e teatri. Qui la gente ride e ride di gusto per un trio che ha sempre verve, dinamicità e tempi di battuta perfetti da offrire ancora a iosa.

Adelio Rigamonti

 

 

 

 

 

 

In assenza di trailer v proponiamo la prima parte delleo spettacolo.